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Perchè fare educazione emozionale

Perchè fare educazione emozionale

Estratto del libro “Pedagogia della bruschetta: il ruolo della gioia nell’apprendimento” di Paolo Mai in uscita nel 2018

“Chi di voi nell’ultima settimana ha dovuto calcolare il volume di un parallelepipedo ?

Chi di voi nell’ultimo mese ha dovuto applicare la formula del perossido di carbonio?

Chi di voi nell’ultimo anno ha tratto beneficio dal ricordare la data della battaglia delle Termopili ?

Chi di voi nell’ultima ora ha avuto a che fare con lo stupore o la gioia, o con un’altra emozione ?

Le risposte , che un po’ mi immagino, ai quesiti sopraelencati basterebbero da sole a giustificare l’ingresso nella scuola e in generale nella vita di tutti noi dell’educazione emozionale.

Siamo dei meravigliosi esseri umani e le emozioni fanno parte della vita di tutti noi, nessuno escluso.

Possiamo tranquillamente dire che si può vivere felicemente senza conoscere il teorema di Pitagora , che poi di Pitagora non era, visto che prima di lui Babilonesi, Cinesi e Indiani già lo applicavano, ma che risulta difficile immaginare una vita felice se non si conoscono e non si sanno gestire le emozioni.

Molti altri sono i motivi per iniziare questa rivoluzione Copenicana, che poi chissà perché un grande cambiamento viene associato proprio a Copernico visto che qualche giorno prima di lui Aristarco di Samo e probabilmente anche qualche cinese erano arrivati  grosso modo alle medesime conclusioni ?

Per esempio l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) , che per essere onesti non è un’istituzione che mi piace molto , già nel 1993 si era accorto dell’importanza di alcune competenze emozionali per il benessere degli individui. Fu in quell’anno che questa orgaanizazione internazionale elaborò un documento bellissimo dal titolo “ Skills for Life “. Partendo dal desiderio di prevenire il disagio giovanile che diversi dati dichiaravano in costante crescita provò con una campagna di comunicazione che non  portò a risultati accettabili, anzi. Fu dopo questo tentativo non andato a buon fine che elaborò questo testo definendo le 10 competenze per la vita che avrebbero permesso, se sviluppate nei bambini, di migliorare una situazione che si faceva sempre piu’ preoccupante aggiungendo

“Le Life Skills rendono la persona capace di trasformare le conoscenze, gli atteggiamenti ed i valori in reali capacità, cioè sapere cosa fare e come farlo.

Acquisire e applicare in modo efficace le Life Skills può influenzare il modo in cui ci sentiamo rispetto a noi stessi e agli altri ed il modo in cui noi siamo percepiti dagli altri.

Le Life Skills contribuiscono alla nostra percezione di autoefficacia, autostima e fiducia in noi stessi.

Le Life Skills, quindi, giocano un ruolo importante nella promozione del benessere mentale. La promozione del benessere mentale incrementa la nostra motivazione a prenderci cura di noi stessi e degli altri, alla prevenzione del disagio mentale e dei problemi comportamentali e di salute.”

Consapevolezza di sé

Gestione delle emozioni

Gestione dello stress

Comunicazione efficace

Relazioni efficaci

Empatia

Pensiero Creativo

Pensiero critico

Prendere decisioni

Risolvere problemi

Come potete vedere la maggior parte di esse hanno a che fare con l’educazione emozionale ma ahimè, pochi sono gli Stati che conosco che hanno seguito questo saggio consiglio dell’OMS. L’unico di cui sono certo è il Bhutan, piccolo stato Himalayano famoso perché a differenza di tutte le altre nazioni non misura il benessere dei propri cittadini attraverso il PIL(Prodotto interno Lordo ) ma con il FIL( Felicità interna lorda) . Gente strana quella del Bhutan ! Pensate che da loro se producono più armi, se consumano più farmaci o petrolio, non sono mica più felici come noi che adottiamo il PIL i quale cresce in questo stato delle cose.  Lo  sviluppo secondo questa gente strana è costituito da più dimensioni rispetto a quelle misurate nel Prodotto Interno Lordo. Secondo loro  lo sviluppo dovrebbe essere considerato come un processo che cerca di aumentare la felicità piuttosto che la crescita economica. Il FIL  pone la persona al centro dello sviluppo riconoscendo che l’individuo ha bisogni di natura materiale,sicuramente, ma anche di natura spirituale ed emozionale. Le dimensioni di cui tiene conto la Felicità Interna Lorda, considerate un potenti strumento per dirigere il processo di cambiamento verso il meglio, sono: lo sviluppo umano, la governance, lo sviluppo equilibrato ed equo, il patrimonio culturale e la conservazione dell’ambiente.

Bah ! come se respirare aria pulita , promuovere le arti o il concetto di equità giovasse a noi essere umani.

Ci tocca trovare altri argomenti allora che le stranezze non sono ben accette da noi uomini-seppie che poco amiamo i cambiamenti e la naturale fatica che ne deriva.

Possiamo provare allora ad interpellare l’UNESCO che nel 1993 ha redatto attraverso una Commissione Internazionale sull’Educazione per il XXI secolo, presieduta da J. Delors, un altro testo molto interessante dal titolo “L’educazione contiene un tesoro”. In esso si evince che la scuola deve contribuire a dare significato alle esperienze della persona, alle relazioni sociali, alla costruzione della personalità e non solo preoccuparsi di formare dei lavoratori. Tra i quattro pilastri della scuola del XXI secolo infatti oltre L’imparare ad apprendere e a fare ci sono L’imparare ad essere e a vivere insieme agli altri, abilità queste ultime in evidente connessione con lo sviluppo emozionale delle persone.

Nel libro “Genitori Slow” Carl Honorè ci racconta alcune cose che a mio modesto parere rendono non solo necessaria l’introduzione di un percorso di educazione emozionale nel mondo occidentale ma improcrastinabile:

  • Le Nazioni Unite avvertono che 1 bambino su 5 soffre di disturbi psicologici
  • L’O.M.S calcola che nel 2020 le patologie mentali saranno una delle prime 5 cause di morte o invalidità tra i giovani
  • In Gran Bretagna ogni 28 minuti un adolescente tenta di suicidarsi
  • Piu’ di 000 adolescenti giapponesi sono diventati “Hikikomori”, cioè completi eremiti
  • Piu’ di 6.000.000 di ragazzi negli U.S.A. assumono farmaci che agiscono sull’umore e sul comportamento
  • Dal 1993 al 2007 è triplicato il consumo di Ritalin. Attenta , Focalin e altri farmaci finalizzati a controllare l’iperattività infantile
  • Nel 2006 Monta Vista un competitivo liceo californiano, comincio’ a pubblicare un bollettino mensile dove gli studenti potevano esprimere i propri sentimenti in forma autonoma. Guarda caso il tema del primo numero fu “Ansia e paura”

Raccontano invece alcuni ragazzi intervistati dallo scrittore canadese:

  • Ho paura di fallire. La gente mi ha sempre detto che posso fare qualunque cosa, basta che lo voglia. Quest’idea per quanto meravigliosa mi terrorizza. Mio fratello è una di quelle persone che hanno il potenziale e non o usano. Secondo me perché pensa sia meglio fingere di fregarsene piuttosto che provare e magari fallire.
  • Anche io metto sempre in dubbio le mie capacità e mi arrendo prima che diventi troppo difficile perché ho paura di quello che gli altri penseranno se non ce la faccio. Ho paura di come la gente reagirà se non sono all’altezza delle sue aspettative. Non voglio vergognarmi di me stesso

La scienziata Daniela Lucangeli che da anni sottolinea l’importanza delle emozioni piacevoli ai fini dell’apprendimento e del benessere ci fornisca altre interessanti informazioni:

  • Il 73% dei nostri bambini alle scuole medie, secondo uno studio di una Commissione Ministeriale, sono in uno stato di malessere
  • La depressione infantile, fino a vent’anni fa sconosciuta alla letteratura scientifica , cresce in maniera esponenziale

Scusate . Mi ero ripromesso di raccontarvi solo di cose belle ma non ho resistito. Spero di farmi perdonare con questa fantastica notizia sempre estrapolata dal libro di Carl Honorè

  1. “Viviamo in un mondo degenerato ….i figli non obbediscono piu’ ai genitori ed è evidente che la fine del mondo è ormai prossima”
  2. “Oggi i bambini vengono allevati male. Non solo i genitori concedono loro ogni egoistico desiderio, ma insegnano loro anche come perseguirlo”
  3. “Sono piuttosto frequenti oggi, i casi di genitori istruiti e con un bon lavoro che non sanno come dire NO ai propri figli e di bambini di sette anni che dettano legge in casa”

Non prendetemi per matto anche se non avreste tutti i torti, da queste 3 frasi possiamo realmente trarne giovamento. La prima frase infatti è estrapolata da una tavoletta assira del 2800 a.c., la seconda è di Conrad Salm ed è datata 1530 e la terza è di John Walker del 2006. Insomma qualche problemino con i bambini ce lo abbiamo sempre avuto e un po’ dovunque la notizia fantastica è che oggi abbiamo gli strumenti per ribaltare la situazione e il più potente di questi si chiama educazione emozionale.”

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