L’educazione emozionale a scuola
Di solito quando vado a scuola non ho un’idea precisa di quel che accadrà, di come mi relazionerò con i bambini e di quel che proporrò loro. Ma ad una cosa non rinuncio mai: chiedere a ciascuno di loro come si sentono.
Le emozioni fanno parte della vita di tutti noi ed averle come amiche fa tutta la differenza del mondo. A scuola ero un bravo ragazzo, studiavo tutto quello che mi prescrivevano. Ai tempi del liceo visti i miei impegni pomeridiani da calciatore e le irrinunciabili serate con gli amici mi alzavo quasi tutte le mattine all’alba pur di assolvere ai miei doveri di bravo studente. Studiavo tutto quel che c’era da studiare e lo ripetevo benissimo, almeno prima di trovarmi di fronte ad un’ interrogazione. In quel momento appariva la signora ansia e tutto quel che ero certo di aver appreso diventava un ricordo nebuloso e poco chiaro. Le sofferenze insegnano e io sono uno di quelli che ha appreso attraverso frequenti delusioni che noi esseri umani non riusciamo ad esprimere bene il nostro potenziale cognitivo se non sappiamo gestire le nostre emozioni.
Certe volte penso che la scuola che ho frequentato io fosse una scuola per seppie. Questi meravigliosi esserini , noi bambini di mare li conosciamo bene e li amiamo molto. Un osso di seppia trovato sul bagnasciuga valeva cento conchiglie tanto era raro. Questo ve lo dico per chiarire che il mio intento non è certo denigrare le seppie. Però mi pare evidente che tra noi e loro ci sia una differenza sostanziale. Loro hanno una grande testa e poco altro, noi, racconta Alejandro Jodorowsky, uomo che amo molto perché m’ha cambiato la vita, abbiamo una testa, si ! sede della dimensione cognitiva ma abbiamo anche altro ! e anche di questo altro dobbiamo occuparci. Lo scrittore cileno sostiene che oltre alla sfera cognitiva c’è quella sessuale-creativa, quella materiale e giustappunto quella emotiva. Per esprimere appieno il nostro potenziale ed evolversi al massimo il saggio Jodorowsky ci dice di preoccuparci che ci sia uno sviluppo armonico in tutti questi quattro centri energetici. Vi ho raccontato delle mie interrogazioni, di Alejandro e delle seppie perché se anche qualcuno pensasse che la scuola debba essere come quella che ho frequentato io, molto nozionistica e attenta quasi esclusivamente allo sviluppo cognitivo avremmo comunque una buona ragione per introdurvi l’educazione emozionale.
Io con tutta sincerità penso che la scuola debba essere un po’ diversa e che debba occuparsi della dimensione emozionale non tanto per permettere il pieno dispiegamento del nostro potenziale cognitivo ma perché la strada che porta alla felicità passa attraverso sentieri in cui saper gestire le emozioni è un bagaglio fondamentale per affrontare questo bel viaggio.
Quello che provo a fare è presentare le emozioni ai bambini aiutandoli ad identificarle e ad ascoltarsi. Ci tengo a che facciano amicizia con loro scoprendo cosi’ che ognuna di loro è nostra alleata nella ricerca del benessere.
Eliminare le emozioni poco piacevoli come la rabbia , la tristezza o la paura , non si puo’ e soprattutto non si deve. Conoscere bene le nostre emozioni ci permette di capire che esse sono tutte uno strumento poderoso che abbiamo sempre a disposizione per rendere bella la vita . Tutte loro sono un’opportunità che abbiamo per vivere al meglio il presente ed uscirne piu’ ricchi.
La signora Tristezza compare sempre dietro ad un fatto che ci ha provocato dolore. Essa è una nostra amica perché ci fa desiderare di stare soli e ci costringe a guardarci dentro. E solo dentro di noi riusciamo a trovare quelle risorse che ci permettono di uscire dal dolore e spesso quelle energie ci rendono più forti e maturi.
La signora Rabbia si mostra sempre di fronte ad un’ingiustizia ed è quell’energia che ci permette di ristabilire la giustizia. E’ un’emozione fortissima in grado di compiere imprese epiche se la sai usare e trattare . E’ una forza irrazionale che ci fa muovere con impeto e forza e proprio per questo ti permette di realizzare cose impensabili . Solo un matto per esempio andrebbe con un bastone a cercarsi un duello con qualcuno con una baionetta in mano. Matti e arrabbiati furono quelli che il 24 luglio del 1789 presero la Bastiglia dando un contributo immenso al miglioramento della vita di coloro che vivevano in Europa e non solo. Forconi e bastoni contro baionette costrette ad arrendersi di fronte all’impeto di una rabbia frutto di anni di sfruttamento e maltrattamento.
La signora Paura ci mostra i nostri limiti, ci sprona all’umiltà ed è amica di ciò che ci è ignoto. E’ un abito tanto importante da mettere in valigia proprio perché una vita felice reclama la forza e il coraggio di uscire dalla nostra zona di confort e affrontare nuove sfide. La signora paura ci permette di essere concentrati, aumenta le nostre capacità motorie , ci insegna che abbiamo enormi potenzialità e ci ricorda sempre che siamo dei piccoli, semplici esseri umani aldilà della maniera in cui ci atteggiamo. Da bambino non amavo molto i cani. Non li frequentavo perché mia mamma , una gran donna, ne aveva il terrore. La prima volta che mi trovai da solo di fronte ad un cane sembrò uno di quei duelli nel far west descritti magistralmente da Sergio Leone. Uno di fronte all’altro che ci guardavamo dritti negli occhi, fermi e silenti in attesa della prima mossa. Lui mi si fece incontro, io mi voltai …………. e cominciai a correre più forte che potevo. E corsi come un razzo, credo di aver raggiunto la velocità di Carl Lewis, il grande velocista statunitense degli anni ’90. Poi con grande coraggio e grandissima paura mi fermai e lui mi comunicò con la coda e gli occhi che era bello giocare con me.
Tutte queste tre emozioni hanno in comune che quando si presentano vanno affrontate immediatamente poiché nei tempi lunghi risultano nocive alla salute. Non si può girare la testa di fronte ad un dolore e provare a distrarci in qualche maniera. Con la tristezza ci devi parlare e quanto prima possibile non serve mettere la testa sotto il cuscino e fare finta di niente. La devi guardare negli occhi e da lei farti condurre. Questo atto di fiducia farà si che sarà un’emozione di passaggio non permettendole quindi di stazionare in noi e magari condurci ad una depressione.
Le paure vanno affrontate poiché altrimenti diventano fobie e ci fanno male.
Se la rabbia la teniamo troppo dentro e non la facciamo, pacificamente, parlare ci porta all’odio verso gli altri ma soprattutto verso noi stessi.
Insomma amare le emozioni rende bella la vita e questo è per me il vero ruolo di un maestro.
nell’immagine “La Malinconia” di Munch
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