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IL CORAGGIO DI DIRE NO

IL CORAGGIO DI DIRE NO

Per scrivere qualcosa di interessante bisogna prima vivere qualcosa di interessante.

E’ un po’ di tempo che non scrivo , in questo periodo sono successe tante cose e l’esigenza che sempre sento di viverle intensamente mi ha fatto mettere un po’ da parte lo scrivere.

Ieri con immensa gioia mentre passeggiavo in libreria mi sono imbattuto nell’ultimo libro di Eduardo Galeano, “Donne”. Non sapevo che avesse scritto un ultimo libro prima di morire e lo stupore subito trasformatosi in meraviglia mi ha accompagnato fino a sera allorquando ho cominciato a sfogliare le prime pagine.

Che bella sensazione l’attesa spesso ce lo scordiamo spinti come siamo solo al raggiungimento della meta. ” Se stamo a fa frega ” come spesso ci capita ma va bene cosi’ “la perfezione continuerà ad essere un noioso privilegio degli dei” grida il maestro uruguaiano e io sono proprio d’accordo con lui.

Come quasi tutti i libri di Galeano anche questo è pieno di brevi racconti che raccontano grandi storie. Non c’è bisogno di troppe parole , che sono preziose e vanno usate con parsimonia, per descrivere pezzi di vita , per farci emozionare e per stimolarci a pensare . La prima storia quella di Sharadaze ci dice che i racconti nacquero per non farci morire.

Il re di Persia Shahrvar,  tradito da una donna e, persuaso della perfidia femminile, decide di consumare ogni notte un rapporto sessuale con una giovane schiava, per poi farla giustiziare dai suoi sottoposti non appena sorto il sole della nuova giornata. Shahrazād, figlia maggiore del Gran Vizir, si offre allora volontaria per tentare di metter fine a quel macabro cerimoniale, e con sua sorella minore Dinarzād escogita uno stratagemma che si rivelerà fruttuoso.

Ammessa nelle stanze intime del sovrano ella comincia a raccontare a Shahryar una storia affascinante, interrompendola però al momento del sorgere dell’alba, inducendo così il suo amante-ascoltatore a rinviare la sua esecuzione alla mattina successiva, dopo che Shahrazād abbia completato il suo racconto.

Ciò in effetti avviene, ma la giovinetta, finito il racconto lasciato in sospeso, ne avvia uno nuovo, interrompendolo a metà con le medesime modalità del primo racconto. Ella in questo modo scampa alla morte e prolunga così lo stratagemma per mille e una notte, vale a dire per quasi 3 anni, al termine delle quali il monarca è totalmente ravveduto circa la natura femminea e, anzi, innamoratosi di Shahrazād, la fa sua sposa per sempre, avendone riconosciute le doti di cuore e di spirito.

Scrivere è importante e questo racconto insieme alla storia di mamma Marta, mamma coraggiosa del bosco, mi hanno fatto venire una gran voglia di farlo e allora rieccomi qua.

Marta mamma di Lorenzo e da oggi mamma di Viola aveva finito il termine e cosi’ tutti le consigliavano un parto indotto. Lei sa che dentro di noi c’è sempre la risposta a tutto e accompagnata da papà Mariano ha avuto il coraggio di dire NO. Ha avuto fiducia nell’amore, sa che lui è poco razionale ma non mente mai, ha avuto il coraggio di fuggire dai consigli sensati da cio’ che tutti le consigliavano e Viola è nata in acqua dopo un parto naturale bellissimo e avvolta da tutta l’energia che l’amore puo’ darti. Sono certo che Viola porterà con sè questo tesoro per tutta la vita, ho notato con i miei tre figli quanto la modalità con cui vengono al mondo incida profondamente sul loro carattere e sulla loro vita.

E’ la seconda nascita all’asilo nel bosco in poche settimane. Anche Oscar fratello di Ottilia, una bambina veramente speciale, è nato sommerso di amore. Anche Vania e Andrea sono persone tanto coraggiose quanto belle e posso dire tranquillamente che il mondo si è riempito di bellezza in questo periodo, la bellezza di chi sa dire NO, non per distruggere ma per costruire qualcosa di prezioso.

Non è facile dire di NO di fronte ad un coro di persone che ti consigliano strade comode, quelle strade che noi esseri umani spesso perseguiamo non perchè ne siamo convinti profondamente ma perchè tutti fanno cosi’. Siamo animali sociali e ripercorrere i sentieri battuti dal clan ci rassicura ma non sempre ci fa crescere, non sempre ci fa vivere pienamente la vita esprimendo l’immenso potenziale che abbiamo come esseri umani.

Avere coraggio è un atto di fede verso questo potenziale verso la bellezza che ci attende allorquando decidiamo di correre il rischio di vivere ascoltando il cuore e mettendo per un po’ da parte la ragione.

La scuola, la società, hanno bisogno di gente coraggiosa, di persone che perseguano pervicacemente la bellezza avendo il coraggio si sfidare l’esistente per inseguire un sogno. I bambini, le bambine, gli esseri umani hanno bisogno di questo orizzonte per autorealizzarsi e per godere a pieno della ricchezza e della magia della vita.

Dobbiamo dire NO a cio’ che non ci fa sussultare il cuore.

Dobbiamo dire NO a quello che è legale ma magari non è giusto.

Le leggi razziali erano legali, la schiavitù anche e solo grazie a gente coraggiose che possedeva un profondo senso di giustizia questi orrori sono spariti dalle nostre vite.

Lo stato ci impone a scuola cose assurde e troppi di noi per quieto vivere, o presunto tale, supinamente e insensatamente ci adeguiamo senza far nulla per cambiare.

I nostri bambini secondo la legge hanno a disposizione 3 mq ciascuno nella scuola, i carcerati ne hanno di più e anche gli animali nello zoo.

Molti bambini non vedono il cielo durante un’intera giornata, i galeotti hanno un’ora d’aria e gli animali dello zoo vivono fuori e rientrano solo per dormire

L’amico Darren Lewis durante la conferenza internazionale ci ha sbattuto davanti a questa assurda realtà ma tremendamente legale e io lo ringrazio di cuore perchè ci ha messo davanti ad una realtà che non possiamo far finta di non vedere.

Aulè in greco significa luogo libero e arioso ma la legge ha stravolto il significato di questa parola meravigliosa.

Siamo vivi se abbiamo il coraggio di non girarci dall’altra parte.

Siamo vivi solo se a guidarci non è la paura che nasce da un insensato e immorale conformismo ma l’amore.

Grazie a Marta, Mariano, Vania e Andrea per avercelo ricordato.

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